Nel mondo sempre più collegato in rete, siamo un po’ tutti personaggi pubblici, o quanto meno abbiamo una grande esposizione. Non so se hai visto la serie inglese Black Mirror (angosciante e inquietante, ne ho visto solo alcuni episodi).  Faccio riferimento in particolare a un episodio, che non ti spoilero se non l’hai visto e non ti racconto il finale, ma devo proprio raccontarti la trama.

In pratica si ipotizza un mondo in cui tutto, ma proprio tutto, viene fatto in base al rating: se vuoi trovare un lavoro, avere un credito, prenotare un viaggio, e chi più ne ha più ne metta, devi avere un rating minimo. Hai presente le stellette del rating di tanti siti e applicazioni? Ecco, proprio quello. Questo è tutto quello che dirò sulla puntata per non rovinarti la sorpresa, ma da qui traggo spunto.

Secondo te siamo tanto distanti da una realtà così? Non penso proprio…Se ci pensi stiamo già vivendo in una realtà così! Il cyberbullismo e i suicidi di adolescenti che non hanno ancora la maturità emotiva e mentale per affrontare la non approvazione degli altri, ne sono un triste esempio.

Visto che sono immersa in questo mondo online per lavoro, ma anche per diletto, perché fondamentalmente ho scelto questo lavoro perché mi appassiona, vorrei condividere alcuni suggerimenti per restare incolumi in un mondo in cui gli haters, i commenti negativi, le critiche distruttive, sono all’ordine del giorno.

Intanto, le critiche negative non definisco te, definiscono chi le emette. Ci sono alcuni casi in cui qualcuno che ci tiene a noi e al nostro interesse può darci un feedback che interpretiamo come negativo, ma che in realtà è davvero per il nostro bene. Purtroppo nella maggior parte di casi si tratta di hater, invidiosi e compagnia bella, quindi ignora, perché non ti riguarda: quello che pensano o dicono gli altri di te è un loro problema.

Ma questo non è tutto. Anche un semplice rifiuto di un cliente, l’infinità di mancate risposte ai preventivi, il fatto di non riuscire a trovare clienti, possono facilmente far precipitare l’autostima sotto i piedi.

Prendere le cose in maniera personale è la cosa più semplice che possa succedere, perché ovviamente sta succedendo a me, è personale! Invece basta invertire il focus e pensare che quello che qualcun altro ha fatto, non lo ha fatto a te, lo ha fatto e basta.

Se non ti rispondono le mail, se ti bocciano un progetto, se ti licenziano, etc. non dipende da te.

Credo che questo sia il punto fondamentale da comprendere ed ha a che fare con la differenza tra autostima ed autoefficacia.

In poche parole, non sei quello che fai: se hai degli ottimi risultati e ottimi feedback o se al contrario fallisci in un progetto o sei attaccato dagli altri per un qualche motivo, il tuo valore non cambia: tu sei sempre la stessa persona.

Infine, 3 suggerimenti in parte presi dal libro di Don Miguel Ruiz “I 4 Accordi”. Due di questi sono particolarmente illuminanti per quello di cui stiamo parlando, e sono: non supporre e non prendere le cose in maniera personale.

  1. Non supporre è un aspetto spesso sottovalutato, ma hai presente quando ti fai i film “Non mi ha scritto perché…” “Forse non mi ha telefonato perché….”? Io tendenzialmente sarei un’ottima sceneggiatrice di film horror di quello che gli altri dicono, pensano e fanno. Stop! Non possiamo supporre niente perché non stiamo nella testa degli altri, fine della storia. 
  2. Vai avanti per la tua strada, come un cavallo con i paraocchi: non ascoltare minimamente quello che dicono gli altri, ripeti come un mantra “Quello che gli altri pensano o dicono di me è un loro problema”.
  3. Quando succede qualcosa di negativo, o che interpreti come negativo sempre dal punto di vista lavorativo, ricordati tutti i tuoi piccoli e grandi successi, e se proprio non ne trovi, fai la cosa più semplice del mondo: respira, ascolta il tuo respiro. Sei vivo, è sufficiente per essere grati. Tutto il resto è secondario.