Quando ho iniziato a lavorare da casa, ormai quasi 10 anni fa, ero felice ed entusiasta di non dover più affrontare 2 ore minimo di viaggio al giorno in autobus stracarichi, con il caldo, il freddo, la pioggia, l’arsura, etc. (penso di aver reso l’idea). Inoltre, tranne qualche esperienza da traduttrice freelance, era la prima volta che mi lanciavo in un’attività indipendente, e fallire non era un’opzione. Tornare indietro alla vita da dipendente non era un’opzione, avrei fatto il possibile e l’apparentemente impossibile per farla funzionare.
E’ così fu in effetti. Solo che l’impossibile si è trasformato in 14 ore di lavoro al giorno, facendo acrobazie digitali tra clienti, il marketing della mia attività, la piattaforma di formazione per assistenti virtuali, la mia crescita personale.
Ho una cattiva notizia, a meno che tu non sia stata toccata dall’energia di un meteorite come Uma Thurman in My Super ex-girlfriend, questo tipo di vita prima o poi porta al burnout, esaurimento, o come lo vogliamo chiamare.
I sintomi possono essere diversi, nella maggior parte dei casi ci sono anche ripercussioni fisiche: dolori muscolari, stanchezza cronica, malumore, gastrite, problemi di digestione, e chi più ne ha più ne metta. In altri casi può succedere – e succede spessissimo – che semplicemente ci si inizi a disinnamorare del proprio lavoro.
Ormai ho letto decine di volte in vari gruppi di imprenditrici in inglese lo stesso sfogo: “Sono stanca e ho perso la motivazione per il mio lavoro, cosa posso fare?” e solitamente la risposta che la maggior parte delle altre imprenditrici dà è: relax, unplug, reset.
Se sei agli inizi e ancora non hai clienti, o hai pochi clienti, sarai sicuramente carica e concentrata al 200% sulla tua nuova attività, questo è normale, fai bene, i risultati che ottieni sono proporzionali all’impegno che ci metti, a quanta passione e fiducia nelle tue capacità metti nel tuo lavoro. E’ proprio in questo momento che puoi iniziare a coltivare sane abitudini per prevenire il burnout, sarà molto più semplice che cambiare abitudini già radicate in chi invece lavora già da un po’.
Quello che propongo è uno stimolo alla riflessione, non certamente una formula adatta a tutti, se sei contenta lavorando 14 ore al giorno, d’altro canto è la tua vita e nessuno dovrebbe dirti come viverla. Per me però ci sono state delle cose determinanti che mi hanno fatto cambiare radicalmente il modo di vedere le cose.
Il tempo è vita
Il tempo non è denaro, sarebbe bello se lo fosse, perché allora ci potremmo mettere da parte un gruzzoletto per comprare altro tempo. Chi non vorrebbe comprarsi qualche decennio in più? E invece no, mi dispiace, e questo punto penso che non sia molto opinabile, è così e c’è poco da aggiungere.
Pensando che il tempo è vita, come vuoi spenderlo? Se la tua risposta è lavorando, forse non ha senso che continui la lettura. Se però sei come la maggior parte delle persone, probabilmente la vita la vuoi passare in altro modo, coltivando affetti e relazioni che nutrono l’anima e portano la felicità. Sicuramente hai sentito parlare dello studio più lungo sulla felicità che sia mai stato condotto. Ecco, lavorare non è proprio la grande fonte di felicità, certo è importante perché contribuisce a soddisfare tante necessità, non solo basilari, ma anche il nostro bisogno di successo, stima, rispetto, di cui parla Maslow nella sua piramide dei bisogni.
Solo ricordati, ogni volta che programmi la tua giornata, o perdi tempo in polemiche, discussioni inutili, che il tempo è vita, questo dovrebbe già bastare.
Tu sei la priorità
Vuoi aiutare gli altri? Vuoi avere un impatto nella vita di più persone possibili? Vuoi contribuire a un mondo migliore? O forse vuoi solo rendere migliore la vita dei tuoi cari, prenderti cura della tua famiglia, coltivare buone relazioni con i tuoi clienti, collaboratori, colleghi. Qualunque sia il caso, difficilmente potrai farlo se non starai bene, se sarai stanca, demotivata, arrabbiata…esaurita.
Hai bisogno di avere sempre livelli di energia ottimali per poter fare qualunque cosa tu voglia fare, ecco perché è così importante prenderti cura di te stessa prima di qualunque altra cosa. Che non è un egoistico “Pensa a te, e che gli altri si arrangino”. E’ un “Prenditi cura di te, per essere sempre al meglio e poter meglio aiutare gli altri“.
Per tanto tempo ho dato priorità ai miei clienti, alle assistenti virtuali, allo studio, e poi periodicamente, almeno due volte all’anno, arrivava il burnout. E cosa succede quando non hai più energia? Che probabilmente il lavoro lo fai lo stesso, ma inizi a fare degli errori, dimenticanze, distrazioni. Probabilmente diventi estremamente sensibile, aumenta la suscettibilità e le relazioni umane ne risentono.
Trova sempre il tempo per te stessa, metti nella tua agenda PRIMA il tempo per te, poi tutto il resto. Bastano 20 minuti, e se mi dici che non hai 20 minuti di tempo, allora mi sa che hai ben altri problemi.
Trova la tua valvola di sfogo
In spagnolo si dice “cable a tierra“, che letteralmente si riferisce alla messa a terra di un circuito elettrico. Mi piace di più come espressione perché secondo me rende perfettamente l’idea. La maggior parte del tempo, oggigiorno la passiamo per aria: se ci pensi quanto davvero viviamo nel presente? Forse quando lavoriamo siamo concentrate nella nostra attività, ma siamo davanti a un computer, fuori c’è tutta una vita che a volte ci sfugge.
E’ come se vivessimo per aria, immersi nel lavoro o nelle preoccupazioni di quello che dobbiamo fare, oggi, domani, per fine mese, le scadenze, le bollette. Abbiamo bisogno di un cable a tierra. Per me è lo Yoga, difficilmente rinuncio alla pratica quotidiana dello Yoga, ne ho bisogno, perché onestamente non si può passare dall’accelerazione alla quale a volte ci porta il nostro lavoro, alla calma necessaria per dormire un sonno sereno, senza scaricare l’adrenalina. Aggiungo che lo Yoga che io pratico è Vinyasa, che è uno stile di Yoga dinamico: ho bisogno di fare stancare un po’ il corpo che spesso è fermo per ore, per poi poter gradualmente passare a uno stato più rilassato e procedere eventualmente alla meditazione.
Qualunque sia la cosa che ti riporta a terra, falla! Forse è correre, forse è nuotare, forse è dipingere, qualunque cosa va bene. Ricorda però che il bisogno di un’attività fisica sussiste, e se non è tra le cose che ti fa sentire bene, includila comunque, e vorrà dire che dovrai fare un piccolo sforzo.
Tieni un diario
Avevi questa abitudine da piccola? Che tenerezza, ancora me li ricordo i miei diari con i lucchetti, perché erano super segreti, erano un tesoro. Perdere un’abitudine di questo tipo sarebbe davvero un peccato: i tuoi pensieri sono un tesoro, ma se restano nella mente, succede che si attorciglieranno e disperderanno tra i miliardi di altri pensieri “Devo pagare il gas…Devo mandare il preventivo…Chissà se tizio ha risposto alla mail…”
Non fare perdere i tuoi meravigliosi pensieri creativi nella miriade di pensieri più venali: custodiscili trasformandoli in verbo. Nel diario puoi scrivere i tuoi desideri, la tua visione, i tuoi pensieri più belli e positivi. Non scrivere sul diario “Accidenti a tizio ma che te possino”. Lo scopo non è scaricare la rabbia, per quello ci sono la pungiball o i pugni sul cuscino.
Arricchisci il tuo diario con la tua visione, i tuoi obiettivi, fa sì che sia il punto di partenza per la pianificazione e realizzazione dei tuoi obiettivi. E se proprio un giorno hai solo emozioni o pensieri “negativi”, scrivili ma prenditi l’impegno di bilanciarli subito con la gratitudine. Scrivi almeno 3 cose di cui sei grata, 3 cose basteranno per trasmutare anche l’atteggiamento più negativo.
Crea sistemi di gestione
Se non sei naturalmente una persona organizzata, probabilmente la tua attività lavorativa si svolge in maniera reattiva, cioè inizi la tua giornata lavorativa senza sapere cosa farai, apri la mail e ti lasci travolgere dagli eventi. Senza una pianificazione, la tua attività sarà una serie di reazioni agli eventi, e anche questo a lungo andare è deleterio e porta al burnout, perché avere il controllo (nei limiti del possibile, tanto in realtà non controlliamo niente, ma quella è un’altra storia) del nostro lavoro quotidiano e quindi della nostra giornata è fondamentale per non diventare vittime delle circostanze.
Creare sistemi di lavoro richiede molto tempo, ma è una di quelle attività che fai una volta e ringrazierai per sempre di averla fatto. Tutto quello che fai ogni giorno può essere “sistematizzato”. Considera tutto quello che fai quando ti arriva una richiesta di preventivo, quando invii il preventivo, cosa fai se va a buon fine e cosa fai se non va a buon fine. Come gestisci la relazione con i clienti ogni mese, come gestisci la fine della collaborazione.
Come organizzi le tue attività di promozione, la tua contabilità, t u t t o quello che fai può essere sistematizzato, e una volta che è diventato un sistema di lavoro, ti risparmierà tantissimo tempo.
Metti dei paletti
Con i tuoi clienti, con il tuo colleghi, con la tua famiglia, con chiunque superi o stia per superare, anche senza alcuna cattiva intenzione, quei limiti che ti possono portare al burnout. Hai presente per esempio il cliente che ti chiede qualcosa in più, tanto è un attimo? Oppure ti chiede una cosa urgente alle 7 di sera “scusa, solo per questa volta”.
Qualunque cosa ti faccia sentire quella strana sensazione alla pancia, quel piccolo fastidio, è probabilmente una cosa che non vuoi fare e non dovresti fare. Sii assertiva e gentile e fai valere la tua volontà.
Stacca la spina
Tra cable a tierra, paletti e stacca la spina, sembra un post di ingegneria edile, ma adoro le metafore per spiegare facilmente un concetto. Questa poi mi piace particolarmente da quando ho letto la frase di Anne Lamott. “Almost everything will work again if you unplug it for a few minutes, including you.” Quasi tutto funzionerà di nuovo se stacchi la spina per qualche minuto, compresa te.
Hai presente il sistemista a cui ti rivolgi per un problema al tuo computer e che ti dice “Lo hai resettato?”. E’ la prima cosa che dicono i tecnici, perché è vero che a volte, misteriosamente le cose ritornano a funzionare se concediamo loro una piccola pausa. Immagina noi!
Staccare la spina è vitale, e oggi lo è ancora di più, perché siamo collegati digitalmente troppo tempo, e rischiamo davvero di confondere la realtà con la realtà virtuale.
Forse pensi che ami tanto il tuo lavoro che non hai bisogno di un digital detox. Però la verità è che la maggior parte delle persone che hanno dei vizi (addiction) non si rendono conto di essere addicted.
Sono sicura che tu ami il tuo lavoro, anche io lo amo, ma chiediti, prima di arrivare al burnout, se non stai per caso toccando i limiti della dipendenza digitale.